Un network tra ospedale e territorio per favorire la cura dell’epatite C
Le terapie anti epatite C sono oramai molto efficaci e i tassi di completa guarigione altissimi, ma la pandemia da Covid-19 ha frenato l’accesso alle cure. Nella provincia di Teramo sono numerosi i pazienti affetti da epatite C.
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La Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ha dato il via libera all’avvio di programmi di screening per un piano nazionale di contrasto dell’epatite C, ma la diffusione della pandemia ha segnato una rilevante frenata nell’avvio delle terapie anti-HCV. <
Le terapie attuali sono molto più economiche rispetto a pochi anni fa. Il loro costo medio si aggira tra i 5000 e i 6000 euro e ricade interamente sul Sistema Nazionale Sanitario. Prevedono l’assunzione di un solo farmaco, per bocca, una volta al giorno per un periodo che va dalle 8 alle 12 settimane e sono pan-genotipiche, ossia in grado di affrontare tutti i tipi di virus C.
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La pandemia da Covid-19 ha reso evidente a tutti la necessità di evitare accessi di pazienti affetti da tali patologie in ospedale, se non quando indispensabile, e più in generale l’esigenza di decentrare sul territorio lal cura di alcune patologie quando possibile. Da qui la proposta di una connessione tra Medici di Medina Generale e specialisti Epatologi, sia del territorio che Ospedalieri, avanzata dal Dottor Tarquini.
<<È necessario recarsi a visita specialistica ospedaliera, per la prescrizione dei farmaci antivirali (DAAs), solo dopo aver già eseguito, rispettivamente: esami di laboratorio e virologici, Ecografia epatica ed Elastografia, quando occorra. In occasione della visita Epatologica sul territorio, oltre alla valutazione del paziente andrà anche studiata l’esistenza di possibili interazioni farmacologiche, ovvero valutare la compatibilità dei DAAs con altri farmaci che il paziente assume >>.
Le categorie a rischio infezione alla quale è raccomandato eseguire il test anti-HCV, anche di tipo rapido con risultati in 15 minuti, sono:
Fonte: ilmartino.it