Indennità agli emotrasfusi 'congelate', scatta la denuncia in Procura: "Danno anche se percepita in ritardo"

La denuncia di uno dei circa 200 beneficiari foggiani. Alla base del blocco, una serie di controlli che la Asl avrebbe effettuato per accertare eventuali anomali tra i beneficiari stessi
Una disavventura che, fortunatamente, ha avuto un lieto epilogo. Una sms sullo smartphone dalla banca che comunicava l’accreditamento della somma sul conto corrente, ha chiuso la questione, senza però cancellare l’indignazione di un cittadino foggiano beneficiario, con altre 200 persone, di un indennizzo sine die previsto dalla legge.
Si sta parlando, nello specifico, della Legge 210 del 1992 che prevede un beneficio economico a favore di soggetti danneggiati in maniera irreversibile a causa di trasfusioni e somministrazioni di emoderivati, vaccinazioni obbligatorie o di operatori sanitari che hanno contratto nel corso della attività lavorativa i virus dell’Epatite B, C o dell’Hiv. Sono circa 200 gli emotrasfusi della provincia di Foggia beneficiari del contributo. Il diritto all’indennità viene stabilito attraverso giudizio di una Commissione medica ospedaliera (seguente l’istruttoria dell’Azienda Sanitaria, ndr) o attraverso sentenza.
La legge prevede l’erogazione bimestrale del contributo, il cui importo è stabilito in base alla gravità del danno e della corrispondente categoria. Nei primi giorni di settembre era prevista l’erogazione della somma relativa al bimestre luglio-agosto, cosa che però non si è verificata: “La rata era prevista nel periodo compreso tra il 5 e il 9 settembre, come accade da diversi anni, cioè da quando mi è stato riconosciuto il diritto a percepire il vitalizio”, spiega a FoggiaToday uno dei beneficiari del vitalizio, che dopo alcuni giorni ha provato a chiedere spiegazioni alla azienda: “Ho parlato con una collaboratrice la quale mi ha comunicato che alla base del blocco delle erogazioni ci fossero dei controlli in atto sulle varie pratiche, disposti dal dirigente del ramo”.
Stando a quanto riferitogli, i controlli erano propedeutici ad accertare che non ci fossero anomalie che azzererebbero il diritto al beneficio (come il decesso del beneficiario stesso e/o la riscossione indebita da parte di parenti): “A mia domanda sui tempi previsti per l’effettuazione dei suddetti controlli, la collaboratrice non è stata in grado di darmi una risposta certa, riferendomi però la presenza di una determina di mandato di pagamento in giacenza sul tavolo del dirigente dal 30 agosto scorso”, racconta il beneficiario del contributo, che aggiunge: “Non si possono tenere bloccati i contributi a tutti gli aventi diritto nell’attesa che si individuino anomalie o irregolarità eventuali, che non è detto che vengano effettivamente riscontrate”.
Da qui la decisione di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica, per identificare eventuali responsabilità: “Stiamo parlando di un diritto acquisito, come nel mio caso, attraverso una sentenza irrevocabile e di somme sulle quali gli emotrasfusi fanno affidamento. Non percepirla, o percepirla con diversi giorni di ritardo crea un danno. Oltretutto – rincara – parliamo di controlli che, con i servizi telematici e l’incrocio dei dati, non dovrebbero richiedere tempi così lunghi”. La preoccupazione si è stemperata nella giornata di oggi con la comunicazione dell’avvenuto pagamento, pochi giorni dopo la presentazione della denuncia: “Il caso si è risolto, fortunatamente. Ma non vorrei si ripetesse, perché a essere danneggiate sono categorie deboli, che non hanno di certo scelto di ricevere questo tipo di vitalizio”.
Fonte: foggiatoday.it