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Bruxelles, Parlamento Europeo: ELPA e EASL hanno presentato le raccomandazioni per la promozione della diagnosi precoce ed il trattamento dell’epatite B e C in Europa

 

Il 2 Marzo 2009, l’Associazione Europea de Pazienti del Fegato (ELPA), insiNadine Piorkowsky e Alojz Peterleeme all’eurodeputato sloveno Alojz Peterle ed all’Associazione Europea per lo Studio del Fegato (EASL) ha presentato al Parlamento Europeo a Bruxelles i risultati di un’indagine condotta tra i  propri membri sull’effettivo impegno politico per combattere l’epatite in Europa. In apertura, l’onorevole Peterle MEP ha sottolineato che “l’epatite rappresenta una delle maggiori sfide per la salute pubblica in Europa” .
I risultati dell’indagine indicano che esiste tuttora in Europa una grande ignoranza dei rischi rappresentati dall’epatite, e che l’impegno politico non e’ ritenuto sufficiente dalle associazioni di pazienti. Fino al 90% dei pazienti sofferenti di epatite ignora di essere infetto, per esempio in Italia solo il 22% dei nuovi  pazienti diagnosticati con epatite C conosceva la malattia e solo il 18% era consapevole di essere a rischio. Solo Francia, Spagna e Regno Unito hanno nel passato condotto campagne di informazione nazionali sulle epatiti, e solo quattro nazioni europee hanno sviluppato piani nazionali per combattere l’epatite (Francia, Olanda, Regno Unito e Svezia).

Alla luce di questa inerzia, ELPA e EASL hanno presentato le raccomandazioni per la promozione della diagnosi precoce ed il trattamento dell’epatite B e C in Europa formulate da un gruppo di esperti del settore. Secondo gli esperti, “una Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europeo rappresenta lo strumento politico più efficace per aumentare la prevenzione, sorveglianza, screening e cura dell’epatite in Europa, per promuover la cooperazione tra gli Stati Membri e per incoraggiare l’adozione e l’implementazione di best practice”.

Il Presidente di ELPA,Nadine Piorkowsky, sottolinea il fatto che: “Se gli Stati Membri non agiscono, l’Unione Europea deve guidarli nello sviluppo di campagne per lo screening mirato di gruppi a rischio di contrarre l’epatite. Stati come la Francia hanno dimostrato che investire nella lotta contro l’epatite paga”.

Il Dr. Heiner Wedemeyer, vice-segretario generale dell’Associazione Europea per lo Studio del Fegato (EASL), ha concluso dicendo che “data la forte correlazione tra epatite e cancro del fegato, sforzi concreti devono essere fatti per trovare i portatori di epatite per poterli trattare prima che la malattia degeneri”.  

Nella foto:Nadine Piorkowsky e Alojz Peterle

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