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Antidiabetici orali, gli inibitori SGLT2 possono offrire vantaggi nella steatosi epatica non alcolica

Gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2) offrono benefici nella regressione della NAFLD e una minore incidenza di esiti avversi correlati al fegato

Secondo uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine, nei soggetti con steatosi epatica non alcolica (NAFLD) e diabete, gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2) offrono benefici nella regressione della NAFLD e una minore incidenza di esiti avversi correlati al fegato.

«Diverse classi di farmaci antidiabetici orali (OAD) potrebbero migliorare gli esiti dei pazienti affetti da steatosi epatica non alcolica a vari livelli, ma mancano dati clinici su quale classe sia quella più benefica» afferma Heejoon Jang, del Seoul National University College of Medicine, e del Seoul Metropolitan Government Boramae Medical Center di Seoul (Repubblica di Corea), che ha guidato il gruppo di lavoro. Per comprendere quale antidiabetico fosse associato agli esiti migliori per i pazienti affetti da NAFLD e diabete di tipo 2, i ricercatori hanno utilizzato dati a livello di popolazione presi dal National Health Information Database coreano.

Lo studio ha coinvolto 80.178 individui in trattamento con inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio 2, tiazolidinedioni, inibitori della dipeptidil peptidasi-4 (DPP-4) o sulfaniluree, ciascuno combinato con metformina per l'80% o più di 90 giorni consecutivi. Gli esiti principali erano la regressione della NAFLD valutata mediante l'indice del fegato grasso, e un esito composito correlato al fegato, definito come ricovero o mortalità per problemi relativi al fegato, trapianto di fegato e carcinoma epatocellulare. In totale, 4.102 pazienti hanno manifestato una regressione della NAFLD nel periodo di studio. Quando confrontati con le sulfaniluree, gli inibitori SGLT2, i tiazolidinedioni e gli inibitori DPP-4 erano associati alla regressione della NAFLD. Gli inibitori SGLT2, in particolare, erano associati a una maggiore probabilità di regressione della NAFLD rispetto ai tiazolidinedioni e agli inibitori DPP-4. Solo gli inibitori SGLT2 erano significativamente associati a tassi di incidenza inferiori di esiti avversi correlati al fegato rispetto alle sulfaniluree. «I risultati di questo studio dovrebbero stimolare la ricerca futura per determinare se le pratiche di prescrizione siano da sottoporre a un riesame» concludono gli autori.

JAMA Internal Medicine 2024. Doi: 10.1001/jamainternmed.2023.8029

http://doi.org/10.1001/jamainternmed.2023.8029


Fonte: doctor33.it


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